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Ultimo aggiornamento il 18/06/2024

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Un'idea di Carlo Meoli

Faccio il giornalista e amo il mio lavoro. Sono su piazza da oltre un trentennio e il mio primo stipendio vero (articolo 2 alla Città di Salerno, un milione e cento al mese) l'ho visto alla veneranda età di 35 anni. Prima i soldi erano solo un optional. Faccio il cronista in un giornale locale. I "giornaloni" non so nemmeno come sono fatti. Sono un deschista che da oltre vent'anni ha il privilegio di formare giornalisti. Almeno ci provo.

Alcuni di questi ragazzi, bravissimi, hanno dovuto cambiare mestiere. Altri hanno scelto, o sono stati costretti a scegliere, altre strade. Qualcuno si è sistemato, meritatamente e senza raccomandazioni. Sono fiero di questo. Non mi infilo nei dibattiti infidi e inutili sulla libertà di stampa e altri cazzeggi. Francamente me ne frego.

Continuo a pensare che un giornalista debba essere onesto e riconoscere i suoi errori. Mi riguarda anche poco la polemica con il M5S. Sono abituato, per un fatto culturale, a interloquire con persone competenti e tolleranti. Non accetto lezioni da ragazzini arroganti. Un ordine professionale che avesse un senso che da tempo non ha, purtroppo, dovrebbe sanzionare chi, in modo proditorio, infanga l'onorabilità di un essere umano. Una legge seria sul conflitto di interessi eviterebbe concentrazioni pericolose e avvilenti visto che, alla fine, i giornali sembrano tutti uguali.

Noi cronisti di periferia siamo da lontani da Roma, fortunatamente direi. Dobbiamo affondare le mani nella merda tutti i santi giorni e ho sempre pensato che qualche schizzo ti resta per forza addosso. Siamo in tantissimi, però: puliti, corretti, seri. E, aggiungo io, anche felici. Facciamo il mestiere che abbiamo scelto. Insomma, puttane ma contenti.