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Ultimo aggiornamento il 18/06/2024

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Un'idea di Carlo Meoli

 

Alessandro Sallusti, sulle polemiche contrarie all'acquisto dell'agenzia di stampa Agi da parte della famiglia Angelucci, scrive:  "A sembra che tutto questo cancan sia orchestrato ad arte non in nome di nobili principi, peraltro non in discussione, ma per difendere monopoli consolidati nel campo dell’informazione, spesso usati per fini politici ed economici che con l’informazione hanno poco a che fare”.

La risposta di Antonio Padellaro è stata secca, netta: "Sono affermazioni quelle di Sallusti da sottoscrivere in pieno, virgole comprese. E, probabilmente, dobbiamo alla naturale ritrosia che impedisce al direttore del “Giornale” di sperticarsi in lodi per il suo editore se nell’articolo citato manca una sacrosanta esclamazione. Di essa volentieri ci attribuiamo noi la paternità non potendo essere accusati di conflitto d’interessi con la multiforme dinastia: “Gli Angelucci sono geni assoluti!”. Una verità conclamata che se avrete un pizzico di pazienza cercheremo di sostanziare con alcuni numeri".

Quindi i dati che parlano da soli.

1. L’annuario statistico del Servizio sanitario nazionale, pubblicato il 23.03, documenta l’espansione delle strutture sanitarie private accreditate, ovvero rimborsate con il denaro pubblico. Che nel 2021 sono 995, un numero quasi raddoppiato in dieci anni, pari al 48,6% del totale.

2. Il 51% degli italiani si rivolge alla sanità privata direttamente, senza prima richiedere la prestazione necessaria alla sanità pubblica. Lo rivela il ministro della Salute Orazio Schillaci, che parla di “criticità” per un “atteggiamento di sfiducia”.

3. La spesa sanitaria privata nel 2022 ha raggiunto i 40,1 miliardi di euro, in crescita dello 0,6% medio annuo nell’ultimo quinquennio.

Ma Padellaro mette in rilievo un'altra verità ponendosi un interrogativo: perché chi ha interessi nella sanità privata compra organi di informazione? La risposta arriva dalla citazione di un pezzo di oltre dieci anni fa scritto da Gianni Barbacetto. “Sarà un caso - diceva - ma gli imprenditori che operano nel settore delle cliniche, dell’assistenza e della riabilitazione sono spesso anche imprenditori dell’informazione. O hanno interessi nei media come Rotelli, Angelucci, Ciarrapico, De Benedetti, Caltagirone: ovvero come tenere insieme salute e giornali”. Riattacca Padellaro: Quanto ai “monopoli consolidati, spesso usati per fini politici ed economici che con l’informazione hanno poco a che fare”, Sallusti evita elegantemente di mettere nel mazzo il suo editore (parlametare leghista e comprensibilmente sensibile ai valori espressi dal governo Meloni) anche perché, cari colleghi dell’Agi, “in questo gruppo editoriale stipendi, libertà e diritti corrono puntuali come e forse di più che in qualsiasi altro casato”".

Peccato, conclude Padellaro, che non si raccontino alcune verità: "Ma è nella notizia seguente che ingegno e talento si fondono mirabilmente: “Quindici milioni dallo Stato, ecco la dote di Angelucci. Con l’acquisizione erediterebbe anche i contratti già in corso con Palazzo Chigi e Farnesina” (“La Stampa”). Osserva Ilario Lombardo a proposito del capostipite Antonio: “Se c’è una specialità in cui è campione è fare i giornali con i contributi pubblici. Solo ‘Libero’, il quotidiano della triade di destra che edita assieme a ‘Il Giornale’ e ‘Il Tempo’, nel 2021 ha ricevuto 3,9 milioni di euro, qualcosa di meno nell’ultimo anno”. Tutto questo per dire che se per caso fossimo costretti a ricorrere alla sanità privata degli Angelucci perché nella lista d’attesa di un ospedale pubblico per una Tac saremmo previsti tra un annetto, o giù di lì, non lamentiamoci: stiamo contribuendo al pluralismo dell’informazione e al libero mercato. Tanto paga pantalone".